Santi Patroni di Pigneto – 28 luglio
San Nazario (Roma, 37? – 76) è un santo martire del I secolo. Viene ricordato insieme al suo giovane discepolo San Celso con il quale subì il martirio. Si festeggiano il 28 luglio.
Sappiamo dalla biografia di Sant’Ambrogio che questi, nel 395, trovò i corpi di due martiri, Celso e Nazario, sepolti in un campo appena fuori della città di Milano. Il corpo di quest’ultimo era ancora integro, ma il capo era staccato dal tronco. Li fece quindi traslare in una chiesa che si trovava davanti a Porta Romana. La storia della vita di Nazario ci viene tramandata per il resto interamente dalla tradizione.
Nazario era cittadino romano di famiglia ebrea e legionario. Fu discepolo di san Pietro e ricevette il battesimo dal futuro papa Lino. Per sfuggire le persecuzioni contro i cristiani e forse inviato da papa Lino, lasciò Roma e si recò in alcune zone della Lombardia. Passò in particolare anche a Piacenza e a Milano, dove avrebbe incontrato in carcere i compagni di fede Gervasio e Protasio.
Successivamente iniziò l’evangelizzazione delle Gallie. Qui gli fu affidato come discepolo il giovanissimo Celso, di appena 9 anni, il quale ricevette dal maestro l’educazione alla fede cristiana e il battesimo. Insieme proseguirono nell’opera di diffusione della nuova fede, viaggiando per la Francia meridionale e arrivando a Treviri. Qui avrebbero subito numerose persecuzioni e sarebbero stati arrestati. Tuttavia Nazario, quale cittadino romano, non subì torture ma venne inviato a Roma per subire un regolare processo. Qui, al suo rifiuto di rinnegare la sua fede e sacrificare agli dei romani, venne condannato a morte. Secondo altre fonti la condanna a morte venne decisa dal governatore di Ventimiglia. Ad ogni modo, insieme a Celso, venne imbarcato su una nave che doveva portarli al largo e gettarli in mare.
I due santi tuttavia scamparono miracolosamente alla morte a causa di un nubifragio. La leggenda vuole che siano stati gettati in mare ma essi presero a camminare sulle acque. Si scatenò allora una tempesta che terrorizzò i marinai, i quali chiesero aiuto a Nazario. Le acque si calmarono immediatamente. La nave sarebbe infine approdata a Genova e qui Nazario e Celso proseguirono la loro opera evengelizzatrice in tutta la Liguria negli anni 66 e 67.
Si spinsero poi fino a Milano, dove infine vennero arrestati e nuovamente condannati a morte dal Prefetto Antolino. La sentenza fu eseguita per decapitazione nell’anno 76.
Il loro ricordo si perse fino al ritrovamento dei corpi da parte di Sant’Ambrogio, che ne diffuse il culto facendo edificare una chiesa sul luogo della sepoltura.